I 40 anni del Bus, pezzo di storia della scuola italiana

Giovedì nell’Aula magna (che verrà intitolata all’ex preside Vittorio Franzoni) sarà celebrata l’importante innovazione strutturale formativa e didattica della scuola superiore

Erano 76, suddivisi in 4 classi: quando al suono della prima campanella dell’anno scolastico 1974/75 si sedettero sui banchi, senza saperlo segnarono un pezzo della storia della nostra provincia ed anche della scuola italiana. Erano i primi studenti del Bus, il Biennio unico sperimentale che due anni dopo sarebbe divenuto anche Tcs (Triennio comprensivo sperimentale) e che nel 1985, dopo essersi staccato dal “Secchi”, sarebbe stato intitolato al matematico, fisico e filosofo francese Blaise Pascal.

A quarant’anni di distanza tre di quei 76 studenti –  Elena Maestri, Andrea Masini e Francesca Torelli – torneranno a varcare la porta d’ingresso del Bus, costruita dalla Provincia di Reggio Emilia su un progetto della Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia, e  attraverseranno la “vasca”, il grande atrio quadrangolare delimitato ai lati da scalini che ha sempre rappresentato anche “visivamente” l’anima innovativa di questa scuola e che è sempre stata amata dai ragazzi, abituati ai lunghi e inospitali corridoi dei tradizionali edifici scolastici, tanto da farne la loro “piazza”, il luogo di incontro e di socializzazione durante l’intervallo di metà mattina, di dibattito nelle assemblee, di gioia nelle feste di Natale e di Carnevale.

Lo faranno in occasione di “1, 2, 3…Bus!”, l’iniziativa promossa dalla professoressa Igina Barchi, insegnante di chimica a partire da quell’anno scolastico 1974/75, e sostenuta dalla Provincia di Reggio Emilia che per domani, giovedì 15 ottobre (ore 17.30), ha richiamato al Pascal tutti i protagonisti di questa avventura. Oltre ai tre ex studenti, ci saranno la vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia con delega all’Istruzione Ilenia Malavasi, l’assessore a Educazione e Conoscenza del Comune di Reggio Raffaella Curioni e il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale XI Antimo Ponticiello e, soprattutto, i protagonisti di ieri e di oggi di questo pezzo di storia dell’istruzione italiana: Giuseppe Gherpelli, assessore all’Istruzione della Provincia di Reggio Emilia dal 1970 al 1975, l’ex insegnante Dimma Spaggiari (che è anche autrice del volume “La mia scuola si chiama Bus ma non è un tram: 20 anni di sperimentazione all’Itgs Pascal di Reggio Emilia“) e l’attuale dirigente scolastico del “Pascal”, Sonia Ruozzi.

La festa si terrà nell’aula magna del Pascal (l’aula multimediale che pure 40 anni fa rappresentò una piccola rivoluzione) che nell’occasione verrà intitolata al professor Vittorio Franzoni, il preside del Secchi recentemente scomparso che avviò la sperimentazione.

“Sarà una occasione per ricordare gli inizi di questa importante innovazione strutturale formativa e didattica della scuola superiore, di cui Reggio Emilia è sempre stata giustamente orgogliosa – spiega la vicepresidente della Provincia,Ilenia Malavasi – Il Bus rappresenta infatti uno dei tanti, buoni frutti di una luminosa stagione della pubblica amministrazione reggiana che in quegli anni ha saputo costruire un sistema di welfare che ha fatto scuola nel nostro Paese. In particolare, ma non solo, nel campo dell’istruzione, grazie alla  lungimiranza di uomini e donne come Jone Bartoli e appunto Giuseppe  Gherpelli,  che della nascita del ”Pascal” fu uno dei principali artefici: perché il Bus non era solo una scuola innovativa, ma rappresentava un tassello fondamentale di una più generale riforma della scuola che – per attenuare quella discriminazione di classe che vedeva i ragazzi delle famiglie meno abbienti iscriversi in massa ai professionali dopo la licenza media – vedeva uno dei punti qualificanti proprio nella realizzazione di un biennio unico e obbligatorio dopo la scuola media, che solo una decina d’anni prima era diventata a sua volta ‘unica’”.

 

Pubblicato: 13 Ottobre 2015