“Come istituzioni abbiamo fortemente voluto che il processo Aemilia si svolgesse a Reggio Emilia pertanto non possiamo che accogliere con grande favore la decisione annunciata poco fa dal presidente del collegio giudicante Francesco Maria Caruso, che ha respinto l’istanza con la quale alcuni imputati chiedevano di chiudere le porte del dibattimento alla comunità e all’informazione: anche questo è un modo, estremamente concreto, per onorare la memoria di chi, come Giancarlo Siani, ha dato vita per la libertà di sapere cosa accade intorno a noi”.
Lo ha detto questa mattina il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, durante la tappa reggiana del Viaggio legale, il percorso di cittadinanza e contrasto alle mafie lungo la via Emilia promosso, tra gli altri, da Cgil, Caracò e IoLotto. Parlando accanto alla Citroën Mehari verde del giovane giornalista napoletano ucciso dalla camorra e di fronte agli studenti delle superiori al PalaFanticini, Manghi ha ricordato questa “figura straordinaria di cronista giusto e coraggioso”, sottolineando come “proprio la sua auto, sulla quale venne ucciso, continui a darci il segno della sua presenza, offrendoci un’occasione di riflessione e chiamandoci tutti a fare la nostra parte”.
A partire proprio dai giovani, “come voi studenti della superiori, voi che crescete e che – grazie all’importante lavoro che le scuole reggiane stanno svolgendo sui temi della legalità e di quella che definiamo ‘nuova Resistenza’ – è importante maturiate nella consapevolezza che una comunità è davvero tale solo se sa accogliere queste sfide e portarle fino in fondo con coerenza”, ha concluso il presidente della Provincia.