Anche il presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi ha presenziato, in pratica per l’intera giornata, all’udienza odierna del processo Aemilia, apertosi lo scorso marzo nell’aula-bunker appositamente allestita nel cortile del Palazzo di giustizia. “Come noto la Provincia di Reggio Emilia si è costituita parte civile insieme ai Comuni di Bibbiano, Brescello, Gualtieri, Montecchio e Reggiolo: la nostra non è stata un’iniziativa formale, ma è una vera e propria assunzione di responsabilità in nome e per conto di tutti i comuni del territorio, pertanto questo significa cercare, nei limiti dei nostri impegni istituzionali, di stare davvero “dentro” al processo, partecipando il più possibile alle udienze al fianco dell’avvocato Salvatore Tesoriero del Foro di Bologna che ci rappresenta – dichiara il presidente Manghi – Ovviamente, la prevista deposizione dell’ex prefetto di Reggio Emilia Antonella De Miro rappresentava un motivo in più per essere presenti oggi in aula e riaffermare l’apprezzamento e la vicinanza delle istituzioni reggiane a questa servitrice dello Stato che ha aperto una stagione importante per la nostra comunità, come proprio questo processo dimostra”.
Non a caso, insieme al presidente Manghi, oggi nell’aula-bunker allestita nel cortile del Palazzo di giustizia di Reggio Emilia erano presenti non solo i sindaci di Bibbiano e Montecchio, Andrea Carletti e Paolo Colli, parte civile insieme alla Provincia, ma anche i sindaci Enrico Bini (Castelnovo Monti), Nico Giberti (Albinea) ed Alessio Mammi (Scandiano).
La Provincia e Comuni di Bibbiano, Brescello, Gualtieri, Montecchio e Reggiolo si sono costituiti parte civile al processo Aemilia come “persone offese e danneggiate rispetto a tutti i capi di imputazione che hanno ad oggetto i delitti commessi nel territorio del rispettivi enti o la cui manifestazione abbia comunque arrecato un danno all’ente stesso”. Avanzata, e accolta, all’udienza preliminare per tutti i procedimenti relativi ai reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e di concorso esterno, è stata poi estesa anche ai delitti e ai reati di scopo. “Al di là del puntare a ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non subiti dai rispettivi enti, la nostra iniziativa, che si affianca a quella di Comune di Reggio Emilia e Regione Emilia-Romagna, intende ribadire l’impegno delle istituzioni nel rifiutare e contrastare qualsivoglia forma di prevaricazione e di infiltrazione da parte della criminalità organizzata – aggiunge il presidente della Provincia – L’identità delle nostre comunità si fonda su legalità e convivenza e insieme a forze dell’ordine, magistratura e società civile intendiamo continuare con sempre maggiore impegno e tenacia a combattere ed estirpare ogni forma di insediamento mafioso nei nostri territori”.