In merito alla lettera inviata alla stampa dagli organizzatori e dagli allestitori delle Fiere di Reggio, ci preme evidenziare quanto segue.
La scelta recentemente compiuta dalla Provincia di Reggio Emilia di fare un passo indietro rispetto all’indirizzo- che era stato assunto mesi fa nel corso della precedente legislatura provinciale- di procedere al salvataggio delle Fiere di Reggio, è riconducibile a un cambio di prospettiva che ha coinvolto tutti gli enti locali del nostro territorio.
Si registra infatti da anni un trend consolidato di finanza pubblica restrittiva: un contesto di norme e di leggi che non consente agli enti locali di investire in progetti che siano estranei a quelli che sono i servizi obbligatori che un ente deve fornire ai cittadini, peraltro definito da una legge nazionale (L. 56/2014), assai più recente e vincolante rispetto alle normative regionali citate dagli estensori della lettera. Nel caso di un Comune, si tratta del welfare universale, dell’investimento in opere pubbliche, del sostegno al pagamento delle rette o della gestione del trasporto scolastico, tanto per fare degli esempi concreti. Per quello che riguarda la Provincia, che è stata investita recentemente da una ridefinizione complessiva in termini di identità, le funzioni fondamentali sono quelle, tra le altre, che prevedono di garantire la sicurezza degli edifici scolastici, la manutenzione dei principali assi viari e la tutela ambientale.
Alla luce di questo mutato contesto -di certo assai più pesante sul piano economico di quello che si registrava già poco tempo fa- le istituzioni non sono più nelle condizioni di intervenire nell’operazione di salvataggio delle Fiere attraverso il ripristino in bonis della società immobiliare: intervento che comporterebbe per la società reggiana e per le tasche dei contribuenti una spesa di almeno 20 milioni di euro. Venti milioni di euro sono circa l’importo del taglio ai trasferimenti statali che la Provincia ha subito nell’anno 2015 ai quali va aggiunto l’obbligo di dimezzare la spesa del personale entro il 31 marzo prossimo. Venti milioni di euro sono l’importo che il Comune sostiene per tenere in piedi e sostenere una delle grandi eccellenze mondiali di Reggio, che è il sistema dei nidi e delle scuole d’infanzia di Reggio Children nati dal lavoro di Malaguzzi.
Non può più quindi essere possibile per le istituzioni intervenire in modo esclusivo su un settore come quello fieristico che è imprenditoriale e produttivo e, pertanto, dovrebbe essere sostenuto in sinergia con soggetti economici appartenenti anche al comparto imprenditoriale privato. Ciò non toglie che le Fiere rappresentino un patrimonio per il territorio reggiano, anche alla luce dei positivi risultati conseguiti dall’attività di Fieremilia. Tuttavia occorre, per questo aspetto, provare a ridefinire il futuro in un assetto diverso da quello delle origini. In questo quadro, va guardato con interesse e approfondito quanto sostenuto oggi dal Presidente della Regione Stefano Bonaccini:
«Vogliamo arrivare, entro fine legislatura, ad avere un’unica società di gestione dei servizi fieristici e abbiamo bisogno di collaborazione, non di competizione tra le fiere del territorio». Il presidente ha citato, come buon esempio, l’accordo per il passaggio del Macfrut da Cesena a Rimini. “Dobbiamo evitare il litigio tra territori vicini, altrimenti può accadere che, nella competizione, arriva qualcuno da fuori e ci porta via eventi che sono importanti» (Agenzia Dire).
È con questo spirito costruttivo e di visione strategica sul territorio, non solo provinciale, ma regionale, che occorrerà guardare, d’ora in poi, al sistema fieristico reggiano. Noi enti pubblici restiamo a disposizione per provare a trovare una soluzione di rilancio, che deve però tenere conto del fatto che i tempi sono profondamente cambiati.
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA Giammaria Manghi
IL SINDACO DI REGGIO EMILIA Luca Vecchi