Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro, la cultura italiana e internazionale perde uno dei suoi più grandi protagonisti. Le sue opere monumentali, le celebri sfere spezzate, i totem in bronzo, i bassorilievi incisi come paesaggi interiori: Pomodoro ha costruito un immaginario potente e riconoscibile, che ha attraversato epoche, linguaggi e città.
Anche Reggio Emilia ha incrociato la sua arte in modo profondo e significativo. Nel 2006, la Provincia promosse la grande mostra “Arnaldo Pomodoro. Opere 1960–2005”, curata da Sandro Parmiggiani, ospitata nelle sedi di Palazzo Magnani e Palazzo dei Principi di Correggio. Una retrospettiva di ampio respiro che contribuì a consolidare la vocazione culturale della città e che resta uno dei momenti più alti della storia espositiva reggiana. Nell’ambito della mostra, i reggiani poterono ammirare le opere di Pomodoro anche lungo corso Garibaldi e all’interno del cortile di Palazzo Allende, sede della Provincia, dove fu installata la monumentale Torre a spirale.
«Pomodoro è stato un artista capace di lasciare un segno riconoscibile – dichiara il presidente Giorgio Zanni –. Le sue sculture, con quelle forme spezzate e perfette al tempo stesso, parlavano a tutti. Dopo la mostra del 2006, chiunque, anche a distanza di anni, sarebbe stato in grado di riconoscere una sua opera a prima vista. I reggiani lo ricordano passando da corso Garibaldi o entrando nel cortile di Palazzo Allende, dove per mesi fu esposta la sua Torre a spirale. Ancora oggi, nella sala riunioni dell’Ufficio di Presidenza, custodiamo con orgoglio un suo bozzetto: lo Studio III per la Porta dei Re del Duomo di Cefalù, un dono che racconta il suo legame profondo con il nostro territorio».
La Provincia di Reggio Emilia esprime il proprio cordoglio e la propria vicinanza alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, custode di una delle eredità artistiche più alte e riconosciute del nostro tempo.

