Nuova organizzazione della rete provinciale di Ortopedia

Tre poli di offerta di prestazioni per fronteggiare la carenza di specialisti (15 posti vacanti su 43): il Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, Castelnovo Monti e Scandiano, Guastalla-Montecchio-Correggio

Una nuova organizzazione della rete provinciale di Ortopedia-Traumatologia che interessa i 6 ospedali reggiani con l’obiettivo di ridefinire, sotto il profilo quantitativo e qualitativo, l’offerta di prestazioni programmate e in urgenza. Proposta dall’Azienda Usl-Ircss di Reggio Emilia e approvato nell’ultima seduta dall’Ufficio di presidenza della Conferenza territoriale sociale e sanitaria (Ctss), è stata illustrata questa mattina dal Presidente della stessa Ctss, il Presidente della Provincia Giorgio Zanni, e dai vertici dell’Azienda Usl-Ircss, il Direttore generale Cristina Marchesi ed il Direttore del Presidio ospedaliero Giorgio Mazzi.

La nuova organizzazione, che è stata suggerita dagli stessi professionisti, mira a garantire l’operatività in campo ortopedico-traumatologico di tutti i sei ospedali provinciali, a fronte della sempre maggiore carenza di professionisti che solo nei prossimi anni potrà essere attenuata dall’incremento delle borse di studio per specializzandi. Una carenza che si registra a livello nazionale e che, per la nostra Ausl provinciale, si traduce in 15 posti vacanti (su 43) in organico ed una emergenza, in particolare, al “Sant’Anna” di Castelnovo Monti, che a breve perderà uno dei due soli specialisti (sui 4 previsti in organico) in servizio.

“Una criticità che, anche in questo caso, l’Ausl di Reggio dimostra di poter fronteggiare, attraverso una riorganizzazione capace di continuare ad assicurare servizi di eccellenza in tutto il territorio e con l’appoggio di un sistema politico provinciale che si conferma in grado di affrontare con coraggio i problemi”, ha detto il Presidente della Ctss, Giorgio Zanni, sottolineando come “questa stretta sinergia tra sistema sanitario e sistema politico reggiano sia fondamentale anche per affrontare una pandemia che ha cambiato la vita dei cittadini, ma anche le modalità di lavoro da parte di tutti, a partire dall’Ausl”.  

In sintonia con gli sviluppi previsti dal PAL (Piano Attuativo Locale) ospedaliero approvato dalla CTSS nel febbraio 2019, la nuova organizzazione della rete di Ortopedia-Traumatologia tiene in considerazione le criticità emergenti, la più importante delle quali è appunto la carenza di specialisti ortopedici. Sono 15, infatti, i posti vacanti entro un organico che, secondo le dimensioni ottimali, prevede una dotazione di 43 specialisti (-34%).

“Questa carenza, che investe tutte le aziende sanitarie, si confronta con una domanda crescente di prestazioni di ricovero e ambulatoriali, in regime programmato e di urgenza” ha spiegato Cristina Marchesi, Direttore generale dell’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia “Il progetto tiene conto del fatto che, sotto il profilo geografico e dell’accessibilità, gli ospedali della nostra provincia sono privilegiati e facilitano la diversificazione dell’offerta specialistica attraverso una distribuzione per macro-aree”.

La Rete Ortopedico-Traumatologica dell’AUSL di Reggio Emilia conserverà le prerogative già esistenti in termini di integrazione e programmazione delle attività, ma si articolerà su 3 poli di offerta di prestazioni:

  • Reggio Emilia
  • Guastalla – Montecchio – Correggio
  • Castelnovo  Monti – Scandiano.

Gli ospedali di Guastalla, Reggio Emilia e Castelnovo Monti, oltre a essere collegati dalla direttrice principale Nord-Sud (la Statale 63), infatti, si trovano nella parte centrale delle aree Nord, Centro e Sud e possono contare su altrettante sedi satellite (Correggio, Scandiano e Montecchio).

Nelle sedi di Guastalla, Reggio Emilia e Castelnovo Monti vengono assicurati gli interventi chirurgici brevi (one-day surgery, day surgery), il day service e l’attività in regime di ricovero ordinario e ambulatoriale.

Nelle sedi di Montecchio e Scandiano viene svolta attività in regime di ricovero – one-day surgery, day surgery, day service – e ambulatoriale. Nella sede di Correggio viene svolta attività in regime di day surgery, day service e ambulatoriale.

Il maggiore riferimento provinciale rimane l’Arcispedale Santa Maria Nuova (hub) per i politraumi, l’urgenza maggiore, la casistica programmabile di alta complessità. Mentre gli altri due poli – Guastalla/Montecchio/Correggio e Castelnovo Monti/Scandiano – sono chiamati a soddisfare, innanzitutto, le richieste della popolazione di riferimento territoriale per l’attività ambulatoriale, i traumi di media/bassa entità e le patologie ortopediche compatibili con i servizi e le equipe presenti nelle sedi.

Nell’area Castelnovo Monti – Scandiano, inoltre, l’attuale reparto di Ortopedia integrerà al proprio interno quello di Castelnovo Monti che prima afferiva al Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.

Nell’anno 2019 il volume di attività ha visto complessivi 6.159 interventi ortopedici tra tutte le sedi della provincia, l’80% dei quali in regime programmato e il 20% in urgenza. Tra questi, 2.318 hanno riguardato gli ospedali di Scandiano e Castelnovo Monti (70% programmato), per i quali sono confermate le afferenze per distretti corporei:  traumatologia degli arti superiori a Scandiano, arti inferiori a Castelnovo Monti.

“Resta invariata la possibilità per tutti i professionisti di operare in ogni sede ospedaliera, anche sulla base dell’affinità tra competenze e casistica trattata” ha chiarito Giorgio Mazzi, Direttore del Presidio ospedaliero “Oltre agli obiettivi già spiegati, il progetto tende a costruire un modello di attività che sia attrattivo per i professionisti nelle singole sedi, grazie alla sinergia che può creare. Sarà espletata entro l’anno la selezione per nuove assunzioni e confidiamo di poter ridurre in parte la carenza di specialisti”.

“Le soluzioni di carattere programmatorio e organizzativo individuate” ha concluso Cristina Marchesi, “tendono a garantire una risposta tempestiva ed efficace alla patologia ortopedica urgente, offrire prestazioni programmate di entità adeguata alle esigenze dei pazienti e con tempi di attesa accettabili,  raggiungere un buon livello di gradimento dell’utenza e dei professionisti, insieme una prospettiva di crescita e di qualificazione per tutte le componenti professionali coinvolte”.

Pubblicato: 26 Ottobre 2020Ultima modifica: 14 Aprile 2021