Obbligo vaccinale, Gratteri: “Serviva da questa estate”

Il procuratore di Catanzaro insieme al gotha delle forze di polizia all’XI edizione di Noicontrolemafie, il Festival della legalità promosso dalla Provincia di Reggio Emilia con Regione e Comuni

“L’obbligo vaccinale andava fatto questa estate, per evitare di ritrovarsi nuovamente con la paura di dover chiudere entro Natale: il Governo è in ritardo, anche se la misura andrebbe adottata dall’Unione europea”.  Al primo dei quattro appuntamenti che lo vedono protagonista in questa XI edizione di Noicontrolemafie – il Festival della legalità promosso dalla Provincia di Reggio con la direzione scientifica di Antonio Nicaso – il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, come al solito non si smentisce. Lui stesso, per altro, si definisce un “contestatore, nonché un gran rompiscatole” quindi, come sempre, dice quello che pensa, come sempre dopo aver pensato a quello da dire. E lo dice anche andando, ma solo apparentemente, fuori tema rispetto al titolo – “Azione di contrasto alle mafie. A che punto siamo?” – che questa mattina lo ha portato al centro Malaguzzi di Reggio insieme al gotha delle nostre forze di polizia: il direttore della Centrale anticrimine della Polizia di Stato Francesco Messina, il comandante del Raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri Pasquale Angelosanto e il comandante del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata della Guardia di finanza Alessandro Barbera .

Siamo alla fine del dibattito e Antonio Nicaso sta sollecitando i relatori a spiegare agli studenti cosa possono fare “al di là della conoscenza, che è comunque un’arma efficace, per costruire una comunità resiliente alle mafie”.  “Indignarsi, prendere posizione: oggi lo fanno pochissimi, c’è grande omologazione, anche nel campo dell’informazione – attacca Gratteri –  Si è perso il gusto della contestazione, della spinta  civile ad esprimere con educazione, ma anche con rigore, il proprio dissenso, magari anche verso una riforma normativa. Quindi a voi ragazzi chiedo di leggere, di studiare, ma non su  Internet o sui social, dove trovate un sacco di cose false, di sciocchezze”.

Da qui ai vaccini, il passo è breve: “Non pensavo che il decadimento culturale, morale ed etico della cultura occidentale potesse portare nel nostro Paese ad un livello così alto di analfabetismo e di cretinaggine – continua il magistrato più amato dai reggiani –  Servono istruzione e cultura, serve qualcuno che prenda posizione e dica basta: vi dovete vaccinare! Anche i bambini, se non fanno i vaccini, non possono andare a scuola: il Governo è in ritardo, avrebbe dovuto rendere la vaccinazione anti-Covid19 obbligatoria già in estate, anche se è un tema che andrebbe affrontato, più che dai singoli Stati, dall’Unione europea”.

E’ dunque nel finale che si arriva al tema del giorno, quello dei vaccini, “a suo modo comunque emblematico per capire come siamo combinati”, chiosa Nicaso. Prima, per quasi due ore, l’argomento delle azioni di contrasto alle mafie si è affrontato, eccome. E non poteva essere diversamente visto il parterre de rois presente al Malaguzzi, in una giornata apertasi con i saluti del prefetto Jolanda  Rolli, del sindaco Luca Vecchi e di Giorgio Zanni, presidente della Provincia di Reggio Emilia che da 11 anni promuovere Noicontrolemafie. “Anche nel momento più difficile della pandemia, non abbiamo mai interrotto questo impegno per diffondere, specialmente tra i più giovani, la cultura della legalità e, dunque, renderci meno permeabili alle infiltrazioni mafiose”, ha detto il presidente Zanni, sottolineando anche “il comune agire amministrativo, l’allineamento istituzionale coordinato dal prefetto che anche in questi giorni sta producendo risultati importanti, come l’aggiornamento in tutti i Consigli comunali di uno dei protocolli antimafia più avanzati che da tempo abbiamo promosso nel campo dell’edilizia”.

A conferma di come l’abusata espressione “autorevoli relatori” non sia, in questo caso, fuori luogo, il fatto che lo stesso Gratteri abbia scattato una foto al tavolo del Malaguzzi per condividerla nella chat con i colleghi della Procura: “E’ il meglio della polizia giudiziaria italiana, sono bravissimi specialisti della sicurezza, ma anche persone per bene con alto senso dello Stato, dotati di una lealtà e una disponibilità spesso disarmanti”.

Per primo è intervenuto il direttore della Centrale anticrimine della Polizia di Stato, Francesco Messina: “Quello che le nostre ultime indagini hanno evidenziato è come, ormai, l’agire mafioso sia uguale al Sud come al Nord: le modalità estorsive che scoprivamo nella piana di Gioia Tauro vent’anni fa, le abbiamo ritrovate identiche in Lombardia, l’unica differenza è solo che qui si fanno molti più affari – ha detto – Occorre mettere un freno, ma servono attori diversi oltre a noi, perché solo la repressione non basta”.

Di quali “altri attori” possa esserci bisogno, lo ha chiarito un attimo dopo il comandante del Raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri, Pasquale Angelosanto: “Sempre più spesso constatiamo come le mafie sviluppino anche al Nord stretti rapporti collusivi e corruttivi con ambiti politici e, più ancora, con l’apparato amministrativo degli enti locali, perché le cariche elettive finiscono, ma i funzionari pubblici possono garantire continuità indipendentemente da chi viene eletto”, ha esordito, definendo poi “la ‘ndrangheta la mafia più evoluta e pericolosa, ormai radicata in 11 regioni italiane, 5 Stati europei, oltre che in Canada, Stati uniti e Australia e puntando il dito anche “sugli imprenditori, che quasi sempre fanno da tramite tra mafia e Pubblica amministrazione, e su professionisti”.

“Commercialisti, notai, avvocati, funzionari di banca sono fondamentali per organizzazioni che, come le nostre inchieste hanno dimostrato, manovrano veri e fiumi di denaro – ha confermato il comandante del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata della Guardia di finanza generale, Alessandro Barbera – Si è sempre detto che la criminalità sottrae ricchezza a livello economico, oggi in realtà ne crea tantissima: hanno talmente tanto denaro che lo contano a peso, in un solo anno al porto di Gioia Tauro si sequestrano 14 tonnellate di droga…”.

Concetto ribadito in chiusura da Nicola Gratteri: “Sono pieni di soldi, ma da soli non riescono a riciclare in maniera sofisticata, né possono essere aiutati da quei morti di fame di cui si circondano, stolti e stupidi che credono di diventare ricchi e potenti, ma sono solo funzionali all’arricchimento di capomafia – ha detto – Per questo la ‘ndrangheta ha bisogno del mondo delle professioni, un mondo spregiudicato, pronto a fare la qualsiasi per gestire questa enorme quantità di denaro.  Quindi bisogna guardarsi negli occhi, confrontarsi, essere più duri e consequenziali: chiedersi perché alcuni commercialisti o alcuni avvocati sono ancora nell’Ordine e avvertire i professionisti che stanno diventando complici e colpevoli anche loro…”.

Domani mattina, il procuratore Gratteri sarà di nuovo protagonista di Noicontrolemafie, sempre al centro Malaguzzi, dove a partire dalle 10 affronterà – in un evento organizzato in collaborazione con l’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Reggio – il tema “Aziende, mafia e pandemia” insieme ad Antonio Parbonetti dell’Università di Padova e a Claudio Clemente, direttore dell’Unità Investigazione finanziaria della Banca d’Italia. Anche il convegno di domani mattina sarà fruibile anche in streaming su www.educativvu.it o sulla pagina Facebook  di Noicontrolemafie. In serata (ore 21, oratorio San Giovanni Bosco in via Chiaviche 1C) il procuratore capo di Catanzaro e Antonio Nicaso saranno infine a Castellarano per presentare – intervistati dalla giornalista Margherita Grassi di Telereggio – il loro ultimo libro “Complici  e colpevoli. Come il Nord ha aperto le porte alla ‘ndrangheta”.

Pubblicato: 02 Dicembre 2021Ultima modifica: 30 Dicembre 2021