Il cantiere di Ponte Vettigano, i cui lavori sono iniziati concretamente nel 2020, ha purtroppo dovuto affrontare, sino ad oggi, una serie di problematiche – non preventivabili e comunque non imputabili alla Provincia – che hanno inevitabilmente rallentato i lavori e di cui tutti quanti avremmo fatto volentieri a meno, a prescindere dalla tempistica dell’intervento in sè.
La pandemia ha, infatti, ripetutamente imposto il blocco dei lavori non solo in seguito al lockdown decretato nel marzo 2020, ma anche a causa di focolai di Covid, tra il personale dell’impresa aggiudicataria.
Successivamente, anche nel corso del 2021, l’attività di cantiere ha registrato ulteriori stop and go che ne hanno condizionato lo svolgimento, alcuni pure indirettamente legati all’emergenza sanitaria e più precisamente alla scarsità o a ritardi nella consegna dei materiali dapprima per il lockdown, poi per la repentina ripartenza dell’economia.
Tutto questo ha inevitabilmente rallentato un intervento di per se stesso già particolarmente complesso sotto il profilo esecutivo, in particolare per la presenza del Cavo Naviglio – che nel frattempo ha continuato ad essere regolarmente utilizzato per l’irrigazione – il cui alveo rappresenta la sede principale delle opere in corso di realizzazione. Oltre a fungere da canale di bonifica, il Cavo Naviglio svolge anche una importante funzione di canale di scolo e conseguentemente il livello delle acque – oltre ad essere condizionato dal periodo irriguo (da marzo ad aprile) risulta anche soggetto agli eventi meteorologici avversi, che fin da subito hanno posto grossi limiti alle attività, con un primo stop alle lavorazioni già a dicembre 2020.
Proprio la presenza del Cavo Naviglio, ha comportato la suddivisione del cantiere in due fasi:
una prima fase consistente nella realizzazione di un primo tratto del nuovo manufatto a sud del ponte esistente, su cui è stato deviato il traffico istituendo un senso unico alternato regolato da semaforo (a partire da luglio 2021), finalizzata a consentire la demolizione del vecchio ponte risalente agli anni Sessanta;
una seconda fase, attualmente in corso, che a seguito della demolizione del ponte è finalizzata a realizzare il secondo tratto a nord del nuovo manufatto, la cui area di sedime è destinata ad accogliere la rotatoria di svincolo tra la Sp 30 e via Naviglio.
Relativamente a questa seconda fase, risultano ad oggi realizzate le fondazioni, costituite da pali di grande diametro con una profondità di oltre 20 metri, predisposti per la posa delle successive travi di collegamento da armare e gettare in opera, sulle quali verrà posata la struttura portante prefabbricata del manufatto.
Anche questa seconda fase ha subito uno stop dovuto alle condizioni meteo avverse, nei primi giorni di novembre, con eccessivi innalzamenti del Cavo Naviglio che hanno reso necessario provvedere, come in altri casi, al suo svuotamento e al ripristino delle aree di cantiere.
Da ultimo, bisogna ricordare che anche la scelta di non chiudere al traffico la Sp 30, limitandone la percorribilità a senso unico alternato per non creare ulteriori disagi negli spostamenti a cittadini e imprese, ha inevitabilmente complicato le attività di cantiere, non sempre agevoli in concomitanza di un traffico (mezzi pesanti e agricoli) così intenso.
Tutte queste problematiche, da imputare ad una serie di eventi imprevisti, hanno giocoforza provocato un ritardo nella ultimazione dei lavori, di cui ci scusiamo con i cittadini.
Ma rispetto al quale, in tutta onestà, poco avremmo potuto incidere. Quello che, al contrario, possiamo fare, ed abbiamo sempre fatto, è sollecitare l’impresa a cercare di velocizzare, per quanto possibile, la conclusione di quest’opera così attesa dai cittadini.
Anche ieri abbiamo incontrato i responsabili della Ceragioli Costruzioni di Camaiore, aggiudicataria dell’appalto, con i quali a seguito di una lunga interlocuzione motivata dalla necessità di condividere e risolvere le problematiche del cantiere, si è concordato di riprendere il lavori a partire dalla prossima settimana con le attività di sistemazione dell’alveo, per predisporre l’area che dovrà accogliere i carpentieri così da arrivare – compatibilmente con le condizioni meteo – al getto delle travi di collegamento tra i pali di fondazione entro i primi dieci giorni di gennaio.
L’obiettivo è di cercare d’ora in avanti di fornire continuità alle lavorazioni in modo da completare le opere in alveo il prima possibile e comunque inderogabilmente entro marzo, che costituisce il limite imposto dalla bonifica per la ripresa della stagione irrigua.
Valerio Bussei
Dirigente del Servizio Infrastrutture della Provincia di Reggio Emilia